Le manovre di autosoccorso su ghiacciaio in caso di caduta in crepaccio sono essenziali per la sicurezza di una cordata. Le tecniche sono abbastanza complesse e non è spesso facile costruire ancoraggi solidi in grado di tenere il peso di uno o due alpinisti coinvolti nella caduta. La tenuta degli ancoraggi dipende dalle caratteristiche del suolo.
In questo articolo ci occuperemo di tutte le tecniche utilizzate per salvare una persona caduta in un crepaccio oltre alle tecniche di autosoccorso (nel caso in cui il compagno non sia in grado di effettuare alcuna manovra).
INDICE
- Legatura in conserva su ghiacciaio
- Kit da ghiacciaio
- Tipi di ancoraggio
- Tecniche di soccorso
- Stage di alpinismo su terreno glaciale
LEGATURA IN CONSERVA SU GHIACCIAIO
Scopri come ci si lega in conserva nel seguente articolo.
KIT DA GHIACCIAIO
Puoi scoprire tutta l’attrezzatura tecnica da portare su terreno glaciale in questo articolo.
TIPI DI ANCORAGGIO
È importante costruire rapidamente punti di ancoraggio sicuri e affidabili, perché proprio da questi dipenderà la sopravvivenza della cordata. Per scegliere l’ancoraggio più adatto bisogna considerare il tipo di suolo. In questo paragrafo andremo a vedere come costruire il giusto tipo di ancoraggio in base alla morfologia e consistenza del terreno
Ancoraggi su neve
Sia su ghiacciaio che in terreno verticale, potremmo necessitare di un solido ancoraggio per prestare soccorso al nostro compagno, per costruire una sosta di progressione o per effettuare una semplice calata in corda doppia.
- Corpo morto
E’ l’ancoraggio più utilizzato su neve. Può essere utilizzato come corpo morto una piccozza (il più usato. Perché veloce e facile da produrre), uno zaino, gli sci, una sacca per ramponi e cosi via in base alle nostre disponibilità ed al tipo di neve. Su neve farinosa cercheremo di utilizzare un oggetto molto voluminoso, come uno zaino. Su neve più compatta invece la piccozza è l’attrezzo ideale.
ATTENZIONE: la tenuta del corpo morto dipenderà molto dalla consistenza della neve. Nevi compatte sono sinonimo di una buona tenuta, spesso fino a 600kg.
Scaviamo una buca con la piccozza trasversalmente alla direzione di carico. A seconda della compattezza della neve la buca deve avere una profondità di almeno 30 – 50 cm. Perpendicolarmente alla buca si scava una stretta fessura, dove in seguito passerà il nostro cordino.
La piccozza dovrà essere inserita con la punta della becca verso il basso. Dobbiamo ora produrre un nodo barcaiolo intorno al manico della piccozza. Facciamo passare il cordino nella fessura scavata precedentemente (la fessura evita la fuoriuscita della piccozza. Senza di essa, grazie ad una leva esercitata dal cordino, la piccozza viene estratta verso l’alto).
Ora ricopriamo per bene tutto, calpestando con il nostro peso la buca e compattando il più possibile la neve. Il nostro corpo morto è pronto|
NOTA: in caso di calata in corda doppia, esistono tecniche di recupero del corpo morto con l’utilizzo di una seconda piccozza. Scoprilo nei nostri corsi di alpinismo.
- Sicura da parte del compagno
In caso di caduta parziale, non in profondità ed il compagno coinvolto è a vista, sarà possibile assumere una posizione di sicurezza per poter aiutare il compagno nella risalita. Questo metodo spesso si utilizza per assicurare velocemente altri membri di una cordata su un pendio di neve o canale.
NOTA: in questa situazione non possiamo produrre alcun tipo di paranco. L’alpinista caduto in un crepaccio dovrà essere in grado di uscire con le proprie forze. Metodo non sicuro in caso di neve compatta e di poco spessore. La tenuta è limitata perché come contrappeso si utilizza solo il proprio corpo.
La posizione della corda in tiro (vedi foto sopra) è sotto l’ascella. Questa gira intorno alla nuca ed esce sopra la spalla. In fase di recupero della corda lasca si utilizzano entrambe le mani portando la mano destra (come nella foto) verso la mano che tiene la corda in tiro (mano sinistra), in modo da non lasciare mai la corda.
Ancoraggi su ghiaccio
La tenuta di questi ancoraggi di solito è molto buona. Tuttavia l’elemento fondamentale è la qualità del ghiaccio.
Indice di buona qualità del ghiaccio può essere una carota compatta e senza interruzioni (quando avvitiamo una vite da ghiaccio il residuo che esce dovrà essere compatto e senza interruzioni – sinonimo di bolle d’aria nel ghiaccio) e la mancanza di spaccature e crepe nel ghiaccio quando la vite penetra.
- Ancoraggio su vite da ghiaccio
Metodo molto veloce e pratico per costruire una sosta. Se il ghiacciaio è molto secco e non presenta troppe rocce che impediscono la perforazione della vite. Puoi scegliere la vite giusta da portare con te in ghiacciaio leggendo questo articolo
Procedimento:
Scavare la superficie del ghiaccio con la paletta della piccozza; potrebbero essere presenti frammenti di roccia o ghiaccio in fusione e poco compatto. Posizionare il chiodo a 90° ed avvitarlo.
- Abalakov
Se la qualità del ghiaccio non è ideale (vedi carota che esce dalla vite e la presenza di crepe o spaccature) possiamo valutare la possibilità di creare un Abalakov.
Procedimento:
Inserire la vite nel ghiaccio con un angolo di circa 60° (può essere prodotto sia sul piano verticale, che orizzontale, rispetto alla direzione del crepaccio). Si toglie la vite e si inserisce di nuovo con la stessa angolazione alla distanza di una vite circa, cercando di andare a prendere il foro precedentemente prodotto. In questo modo si crea un triangolo equilatero. Infilare un cordino nel foro tramite un apposito gancio e chiuderlo con un nodo. La sosta è pronta!
TECNICHE DI SOCCORSO
La conoscenza e la messa in pratica delle tecniche di soccorso ed autosoccorso in caso di caduta in un crepaccio sono fondamentali per la sopravvivenza della cordata. Consigliamo una pratica assidua di tutte le manovre per facilitarne l’esecuzione in caso di necessità .
- Paranco con asola
- Fermare la caduta buttandosi a terra e piantando piccozza e ramponi. (se la corda è lasca le probabilità di fermare un’eventuale caduta sono basse);
- Se la cordata è formata da 3 alpinisti, l’ultimo tratterrà tutto il peso. Quello in mezzo invece provvederà a costruire una sosta. In caso di cordata da 2 la sosta dovrà essere costruita nel punto in cui l’alpinista sta trattenendo il peso del compagno caduto nel crepaccio. Risulterà più difficile fare le manovre (essenziali in questo caso i nodi a palla lungo la conserva).
- Una volta costruito l’ancoraggio si svincola il peso del compagno su di esso e ci si lega con un nodo Machard sulla corda in avanzo (in alcuni tipi di legatura questo passaggio è superfluo poiché il Machard è già stato costruito ed utilizzato per la progressione – vedi i
metodi di legatura in conserva) - Preparare la corda in avanzo e la carrucola, che ci serviranno per costruire un paranco.
- Calare un asola della corda di avanzo con una carrucola + moschettone. L’alpinista all’interno del crepaccio dovrà agganciarla all’imbrago.
- Ora gli alpinisti o l’alpinista non coinvolto nella caduta dovrà iniziare a tirare. L’alpinista all’interno del crepaccio potrà collaborare, se cosciente, tirandosi sulla corda di legatura (quella dove sono i nodi a palla e che ha retto la caduta iniziale).
- Autosoccorso della cordata
Una tecnica molto veloce e priva di manovre complicate. Necessita di almeno 4 alpinisti in cordata o 3 in caso di caduta lieve (sommersi dal crepaccio fino al busto).
- Fermare la caduta buttandosi a terra e piantando piccozza e ramponi. (se la corda è lasca le probabilità di fermare un’eventuale caduta sono basse);
- L’alpinista più vicino al crepaccio si svincola dalla conserva dopo aver prodotto un nodo Machard su di essa (il cordino di svincolo dovrebbe già essere prodotto in anticipo e collegato alla corda di conserva per risparmiare tempo in caso di caduta).
- La comunicazione in questo momento è fondamentale. L’alpinista svincolato si avvicina al bordo del crepaccio con cautela (essendo comunque assicurato tramite nodo Machard) ed entra in comunicazione con il compagno caduto. In questo modo sarà possibile coordinare gli altri alpinisti che, in maniera coordinata ed univoca, inizieranno a tirare.
- Autosoccorso dell’alpinista coinvolto nella caduta
Per questa tecnica puoi vedere il video che spiega la risalita su corda doppia. Si tratta dello stesso procedimento, effettuato in questo caso su corda singola. Al posto del nodo Bachmann e Prusik potrà essere utilizzato un T-block + moschettone come maniglia e punto di ancoraggio del pedale ed una micro-traxion come assicurazione (vedi foto).
STAGE DI ALPINISMO SU GHIACCIAIO
Con un semplice articolo non potrai coprire in maniera esaustiva tutte le tecniche di recupero da crepaccio e soprattutto non potrai essere supervisionato da una guida alpina. Ti consigliamo quindi di prendere parte ai nostri stage di alpinismo su ghiacciaio. Oltre a fare lezione, potrai raggiungere varie cime sopra ai 4000m.
Una vasta gamma di stage per tutti; dal più esperto, al principiante che prova per la prima volta e non ha mai messo piede su ghiacciaio.
Visita la pagina relativa a tutti gli stage su terreno glaciale