Vi siete persi l’anteprima del film di oggi pomeriggio sull’Evolution della climber austriaca Anna Stöhr? Nessun problema! qui sotto potete trovare il film completo.
Foto sulla via Alì Baba durante le riprese, a marchio Salewa, del film Evolution; testimonianza della trasformazione della campionessa di boulder Anna Stöhr: dai successi delle gare agonistiche di bouldering, all’arrampicata outdoor su corda, il tutto dopo un infortunio.
Film Evolution: l’evoluzione di Anna Stöhr
Il titolo del film è emblema di ciò che si promette di narrare, l’evoluzione di Anna: dall’infortunio alla schiena nel Febbraio 2018 alla ripresa e rinnovata forza nel Febbraio 2019 (esattamente un anno dopo) con le vie “Riflessi” e “Cinque Uve” grado 8c. Con queste vie su roccia si apre una nuova pagina della vita di Anna, una nuova sfida: la verticalità e le vie di resistenza su corda. Dalla rinuncia, causa infortunio, delle competizioni di Boulder, prende quindi avvio il suo progetto della via “Alì Baba”, nelle Alpi Marittime francesi. Via di circa 250 metri, 8 tiri di difficoltà costante, con grado massimo di 8A+.
1 Tiro: 8A
2 Tiro: 7C + / 8A
3 Tiro: 7B +
4 Tiro: 8A
5 Tiro: 8A / +
6 Tiro: 8A +
7 Tiro: 8A / +
8 Tiro: 7B +
Per Anna è un progetto simbolo di resilienza, di rinascita e del cercare di affrontare le proprie paure con tenacia e costanza, senza cedere ai sentimenti di rinuncia, ai “non ce la posso fare”. Supportata dal suo compagno, di corda e di vita, ce la farà ad arrivare in catena?! Non vi resta che scoprirlo! (25′, tedesco sottotitolato in inglese)
Anna descrive così la via: “Every single pitch would be a 5-star route in a sport climbing crag. There are many pockets and tufas and every pitch is incredibly steep. I think the combination of rock quality and steepness and the surreal setting makes this route unique“.
Per la descrizione di Evoultion e della Via Alì Baba potete visionare la pagina dedicata da Salewa.
Chi è Anna Stöhr
La Climber austriaca, prima di dedicarsi alla corda, nel mondo del bouldering è stata una delle dominatrici indiscusse: due titoli mondiali, due europei, quattro coppe del mondo e molti altri podi internazionali.
Ma ciò per cui ci piace davvero menzionarla, non sono tanto i podi, le medaglie, il successo sportivo; quanto la forza, la resilienza e la metamorfosi che hanno caratterizzano la sua storia sportiva (e personale) come quella di molte altre atlete. Riscoprirsi, re inventarsi nel pieno della propria carriera non è di certo facile, sopratutto se questa carriera implica l’arrampicata, che sappiamo ben essere più di uno sport. Ma Anna ce la fa e, come molte altre, ritrova ciò che la fa sentire viva, dedicandosi sempre all’arrampicata, sotto nuove vesti.
“Il mio anno più difficile in termini di arrampicata è stato proprio quello passato. A febbraio 2018 ho subito un infortunio alla schiena e per molto tempo non ho potuto praticare questo sport. Già in passato avevo subito diversi infortuni, ma questa volta le cose erano diverse. Mentre ero a letto, senza poter camminare, mi sono resa conto che il mio fisioterapista aveva ragione: per poter godere di nuovo di buona salute dovevo cambiare qualcosa […] E così ho preso la difficile decisione di smettere di gareggiare perché l’impatto della caduta verso il basso era tutt’altro che ideale per la mia schiena.”
“La mia prima parete dopo il ritorno è stata un disastro. Mi mancava la fiducia e non mi sentivo quella di prima. Mi è sempre venuto naturale arrampicare e tutto d’un tratto avevo perso questa sensazione. Ho provato ad affrontare la situazione un passo alla volta e sono stata fortunata ad avere il sostegno di Kilian, il mio ragazzo, della mia famiglia, degli amici e dei miei fisioterapisti.”
“Passiamo a febbraio 2019: l’arrampicata “Riflessi” è stata veramente speciale, perché per la prima volta in quasi un anno non ho pensato affatto alla mia schiena. Mi sono concentrata esclusivamente sul prossimo movimento da compiere, sull’appiglio successivo e sono salita completamente lasciandomi trasportare. Non ho nemmeno sentito gli incoraggiamenti dei miei amici. Questa sensazione di concentrazione pura è unica e la percepisco solo se qualcosa mi sta veramente a cuore. Conoscevo questo stato d’animo dalle competizioni e dai boulder all’aperto, ma non l’avevo mai provata nell’arrampicata sportiva. Sono stata davvero felice quando mi sono assicurata alla catena di questa bellissima via di Arco: una svolta dopo l’infortunio.”
“Da allora sono cambiate molte cose. Sento che la mia schiena non è completamente guarita e potrebbe non tornare del tutto quella che era prima. Tuttavia, ogni infortunio è un’opportunità per crescere.“ “Questo infortunio mi ha costretta a guardare ad altri aspetti dell’arrampicata e mi ha stimolata a crescere sia come persona che come sportiva.“
Per leggere il racconto completo di Anna cliccate qui.