Trascorrere una notte in tenda, lontano dai rumori della città, illuminati soltanto dalla volta celeste e circondati dalla natura incontaminata è desiderio di tanti. Soprattutto tra gli amanti della montagna e del trekking. Un piccolo sogno, facile da realizzare, ma non ovunque. In Italia esistono infatti norme da rispettare, che definiscono o meno la possibilità di piazzare le proprie tende per la notte. Cerchiamo di comprendere come regalarci una piccola fuga senza rischiare sorprese sconvenienti.
Cosa dice la Legge italiana
Partiamo col dire che l’Italia non disponga di una chiara regolamentazione del campeggio libero. Non esiste infatti una legge su scala nazionale. La disciplina di tale pratica è demandata alle Regioni, che a loro volta spesso delegano la responsabilità di definire regole e divieti a Comuni e Parchi Nazionali.
Campeggio o bivacco?
I regolamenti vigenti in Italia fanno riferimento, come anticipato, alla pratica del campeggio libero. Ovvero il posizionamento di una tenda al di fuori di un’area attrezzata (campeggio), per più notti.
Montare una tenda al tramonto per riprendere il cammino al mattino sarebbe in realtà più propriamente da definirsi “bivacco”. Secondo la definizione dell’enciclopedia Treccani “una sosta all’aperto, di breve durata e per lo più notturna, di truppe in movimento, o di gruppi di persone in viaggio, durante una lunga marcia”. Un termine che viene spesso utilizzato in ambito alpinistico per intendere una sosta notturna effettuata durante l’ascensione di una vetta che necessiti di oltre 24 ore, praticabile attraverso tenda portatile o in ripari naturali come una grotta o sul fondo di un piccolo crepaccio.
Regolamenti regione per regione
Le leggi regionali spaziano da divieti chiari di campeggio libero ad una assenza totale di disciplina sul tema. Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Sardegna vietano esplicitamente il campeggio libero. Si può campeggiare solo nelle aree attrezzate appositamente previste. Nelle restanti regioni il consiglio generale è contattare il Comune in cui si desidera bivaccare, informandosi delle disposizioni vigenti. Nella maggior parte dei casi basterà inviare una richiesta di autorizzazione al Sindaco per ottenere il permesso di campeggio libero.
Situazione particolare è rappresentata dai regolamenti attivi in Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta. Nel primo caso sono vietate le soste con le tende in prossimità di agriturismi, alberghi e strutture ricettive che ospitano i turisti. Il campeggio libero è ammesso se il bivacco che non supera le 24 ore (in aree non sottoposte a divieti espliciti) e nel caso di insediamenti destinati ad ospitalità occasionale e gratuita concessa dal proprietario o dal possessore dell’area posta in stretta vicinanza alla sua casa. In Valle d’Aosta il bivacco è consentito solo al di sopra dei 2.500 metri di altitudine, dal tramonto all’alba. Vietato però nelle zone dei rifugi (in questa estate post lockdown la situazione è più articolata) e in tutta l’area protetta del Parco nazionale Gran Paradiso.
Regole da seguire su terreni privati e aree protette
Dopo aver analizzato le regole da seguire per il bivacco su terreno pubblico, vediamo come comportarsi in altre due situazioni. Ovvero se ci troviamo a dover montare la tenda in un’area privata o protetta.
Su terreni privati bisogna fare attenzione alla presenza di staccionate e cartelli apposti dal proprietario. In assenza di esplicito divieto, è sempre bene provvedere a contattare il proprietario per chiedere autorizzazione. Il tutto nel rispetto delle disposizioni regionali e comunali.
In aree a tutela ambientale bisogna far riferimento al regolamento del Parco o della riserva.
Attrezzatura necessaria
Cosa serve per trascorrere al meglio una notte in tenda? Vediamo una lista di elementi essenziali per una perfetta riuscita del bivacco.
Scontato partire dalla tenda. All’interno della quale andremo a posizionare il nostro sacco a pelo (con eventuale sacco lenzuolo così da non dover lavare ogni volta il sacco a pelo, nonché perfetto quando fa molto caldo). Dormire su terreno può essere però scomodo. Per rendere il sonno in tenda più piacevole è meglio utilizzare anche un materassino, statico o autogonfiante.
Passiamo allo zaino. All’interno non deve mancare la pila frontale (con batterie cariche). Poi acqua e cibo, in quantità idonee ai nostri propositi per l’indomani. In tema di cibo, accanto alla opzione del “tutto confezionato”, molto più divertente è dotarsi di fornelletto ad alcool o a gas per preparare una cenetta in tenda o una bella tazza di caffè al mattino. Gavette e stoviglie quanto basta. Utile può essere un coprizaino impermeabile, non si sa mai!
E ancora scegliere carta igienica e fazzoletti biodegradabili e ricordarsi di portare uno o più sacchetti per la spazzatura così da riportare con sé i rifiuti, evitando di lasciare tracce del proprio passaggio sul territorio.
Un mini kit di pronto soccorso con un minimo di medicinali e cerotti può sempre fare bene.
Consigli per un bivacco perfetto
Vento. Partiamo dal nemico numero uno dei bivacchi notturni: il vento. Un imprevisto che può rendere la nottata un incubo. Il vento può crescere in qualsiasi momento e durare anche ore, dunque è bene ancorare la tenda al suolo o, se vi sono, ad alberi nelle vicinanze. Prima ancora di ciò è opportuno scegliere un luogo quanto più riparato dal vento, per presenza di piante o rocce. Evitare sommità, canali e valli molto aperte.
Esposizione. Una notte in tenda senza una bella alba da gustarsi è un sogno realizzato a metà. Bene è dunque assicurarsi che l’esposizione del proprio bivacco sia ad est. In inverno tra l’altro scelta strategica per riscaldarsi con i primi raggi di sole.
Terreno. Scegliere un terreno abbastanza pianeggiante, privo di superfici spinose o di scomode rocce che potrebbero rendere il sonno complesso. In caso di pendenze, è importante cercare almeno di non dormire a testa “in giù”, così da evitare che durante la notte vada il sangue al cervello. I tipici substrati che si può incontrare nei propri vagabondaggi sono i seguenti:
- Terra. La miglior soluzione per dormire bene, grazie alla compattezza e relativa morbidezza. Tra l’altro facilita il fissaggio dei picchetti e tiranti della tenda.
- Erba. Una scelta molto comoda ma attenzione ad alcuni particolari. Se si tratta di prati limitrofi ad allevamenti o pascoli potrebbero essere presenti zecche e pulci. Occhio anche ai serpenti.
- Sabbia. Scenografica, anche comoda. Il problema sono i granelli che si annidano ovunque.
- Fango. Meglio di no.
- Cemento o asfalto. Impossibile piantare la tenda.
Fonti d’acqua. Avere una fonte d’acqua nei dintorni può essere molto utile, soprattutto se idonea a cucinare (previa bollitura) o anche per abbeverarsi (utilizzando dei filtri da viaggio o pastiglie disinfettanti). L’idea del bivacco accanto al corso d’acqua è anche molto scenografica ma ricordate che nelle stagioni umide e soprattutto in zone montane, in caso di forti piogge un piccolo torrente può vedere incrementare la sua portata arrivando anche allo straripamento. Sempre per il discorso del rischio in caso di pioggia, sconsigliabile è pernottare in avvallamenti che possono diventare piscine.
Animali. A seconda della località prescelta per il bivacco potreste ricevere la visita di varie specie animali attratte dall’odore del cibo. Si consiglia di tenere in tenda i sacchetti contenenti i rifiuti, soprattutto alimentari. Naturalmente ben chiusi per limitare il diffondersi degli odori all’esterno. In alternativa chiuderli bene e legarli ad alberi ad almeno un centinaio di metri dalla tenda. Se vedete impronte o tracce di selvatici, meglio in ogni caso cambiare zona. Idem per tracce di animali da pascolo, non è mai bello ritrovarsi a discutere con una mucca di prima mattina! Attenzione anche ai formicai.
Fuoco. Meglio evitare di accendere fuochi. Non solo è rischioso ma in alcune regioni è anche ben sanzionato.
Pareti rocciose. Meglio non sostare troppo vicini a pareti, ghiaioni e pietraie che potrebbero andare incontro a spiacevoli smottamenti.
Bosco. Bosco sì, alberi isolati no. Attraggono molto bene i fulmini.
Freddo. La tenda protegge, ma a seconda della stagione e del meteo si rischia di patire il freddo durante la notte. Meglio dotarsi pertanto di abbigliamento termico. Il materassino da campeggio può servire in tal senso anche come isolante dal terreno. Anche un telo di plastica da frapporre tra terreno e tenda può essere una buona idea.