Apprendere le corrette tecniche di alpinismo invernale è il primo passo per praticare attività in montagna in modo sicuro. Quante volte siete venuti a conoscenza di tragiche disgrazie avvenute in montagna con la presenza di neve o di ghiaccio? Purtroppo ogni anno aumentano gli incidenti durante le attività invernali, la maggior parte causati dall’impreparazione tecnica degli sfortunati.
In questo articolo troverete una guida passo passo per scalare le montagne in presenza di neve.
SOMMARIO
Come usare i ramponi
Come usare i ramponi su terreno innevato e ghiacciato? Ti consiglio di leggere con cura questo capitolo poiché lo ritengo uno dei più importanti. Se si utilizzano i ramponi in modo corretto, la probabilità di scivolare sarà assai minore.
Ci sono varie tecniche di utilizzo del rampone che variano soprattutto in discesa od in salita. La differenza sostanziale è data dal tipo di inclinazione della caviglia rispetto al terreno e quindi dalla presa che le punte dei ramponi avranno sulla neve o sul ghiaccio.
E’ obbligatorio, prima di cominciare una gita, assicurarsi che i ramponi siano ben assicurati allo scarpone e stretti il più possibile. Fare attenzione ad inserire il tacco e la punta dello scarpone all’interno delle specifiche guide del rampone.
Usare i ramponi in salita
Procedendo in salita ed affrontando un pendio innevato in modo diretto, ovvero lungo la sua verticalità , si utilizzerà solo la parte anteriore del rampone, facendo molta attenzione a scavare un piccolo scalino con qualche colpo in più, soprattutto in presenza di neve dura o ghiacciata.
Procedendo in salita ed affrontando il pendio innevato con dei traversi, cioè creando delle diagonali, dovrai appoggiare l’intera superficie del rampone al terreno, inclinando un po la caviglia (inizialmente risulterà un po scomodo). In questo modo tutte le punte del rampone potranno mordere la neve, aumentando la presa sul terreno. Molto spesso è consigliata un andatura a passo incrociato. Si dovrà portare il piede destro sopra al sinistro per le andature che vanno da sinistra a destra e viceversa. Attenzione a non inciampare facendo impigliare il rampone con lo scarpone del piede scavalcato.
Usare i ramponi in discesa
Una volta saliti al nostro obbiettivo saremo già più stanchi, ed in presenza di sole la neve sara molto più molle e difficile da prevedere. Sarà proprio la discesa uno dei momenti dove dovrete fare più attenzione.
Scendendo con i ramponi in modo diretto, lungo la sua verticalità , dovrete assumere un andatura con i piedi “a papera”. Tutte le punte dei ramponi dovranno aderire al terreno, quindi dovrai inclinare le caviglie in avanti e spostare il baricentro del corpo indietro, piegando le ginocchia (ti sembrerà molto strano e buffo durante la pratica, ma questo è il modo più sicuro).
Scendendo con i ramponi effettuando dei traversi invece, dovrete ripetere la stessa tecnica di salita, ma questa volta in discesa. E’ possibile anche portare il piede a valle perpendicolare al piede a monte, formando una “T”, sempre facendo presa con tutte le punte sul terreno.
Come usare la piccozza
Saper usare una piccozza nel modo corretto vi aiuterà a rimanere in equilibrio o fermare un eventuale scivolata
Come usare la piccozza in salita
Durante la salita la regola principale sarà quella di tenere la piccozza sempre a monte. Quindi nel caso in cui starete procedendo con delle diagonali lungo il pendio, dovrete cambiare ogni volta la mano che andrà a tenere la piccozza. Nelle andature che affrontano il pendio lungo la sua verticalità non ci sarà alcuna differenza.
Per sapere come impugnare una piccozza in salita puoi guardare semplicemente la foto qui sopra. Se la lunghezza della piccozza te lo permetterà , potrai usarla come un bastone ed aiutarti in questo modo a mantenere l’equilibrio. Quando il terreno si fa più ripido però, e quindi ti troverai con le braccia molto vicine alla neve, dovrai prendere la piccozza sotto la paletta (o al martello) come nella foto che segue; abbracciando con le dita anche la parte superiore della punta in metallo e non solo il gambo.
Come usare la piccozza in discesa
Sul come usare la piccozza in discesa non ci sono troppe differenze. Se si procede in diagonale varrà sempre la regola della piccozza a monte. Mentre se si procede in linea retta in discesa, la piccozza vi aiuterà a trovare l’equilibrio durante l’andatura “a papera” di cui parlavamo sopra.
L’unica differenza, anche se la possiamo definire una finezza, sarebbe quella di tenere la piccozza con la punta rivolta verso il pendio, quindi all’indietro. In questo modo sarà più facile trovare la piccozza nel verso giusto durante la manovra di arresto dovuta a scivolamento.
Come usare la piccozza in caso di scivolata
E’ molto importante saper usare una piccozza in caso di scivolata. Vi consiglio di provare più volte questa tecnica e di farlo ogni anno ad inizio stagione. Potrebbe salvare la vostra vita e quella dei vostri compagni di cordata.
In caso di scivolata su pendio ghiacciato od innevato sarà opportuno eseguire la manovra in modo impeccabile, cosi da prendere il controllo della caduta ed evitare di acquisire velocità o capovolgimenti incontrollabili e rischiare di non fermarsi più.
Come potete notare nella figura qui a sinistra, dovete riuscire a portare il vostro corpo frontale al pendio sdraiati sulla pancia. Tutto grazie all’aiuto della vostra piccozza, la quale fermerà la vostra caduta.
Dovrete quindi:
- Piantare la punta della piccozza sul pendio e cercare di posizionare il corpo nel verso giusto (mantenere una presa salda per non perdere la piccozza).
- Alzare i piedi sulle ginocchia, per evitare che tocchino il terreno (se si lasciano i piedi distesi aumenta il rischio di ribaltamento).
- Trazionare sulla piccozza con entrambe le mani, portando la vostra spalla sopra alla piccozza conficcata nel terreno (in questo modo la piccozza farà più presa sul terreno grazie al peso del corpo).
Progressione in conserva
La progressione in conserva su ghiaccio e neve è una tecnica tanto efficace quanto pericolosa, soprattutto se praticata nel modo scorretto!
Essa è utile durante la salita di un canale innevato, il passaggio su una cresta esposta o durante un arrampicata non troppo impegnativa (in questo ultimo caso usando delle protezioni tra i componenti della cordata).
La conserva può essere protetta o non protetta:
- La conserva non protetta: E’ quella più usata dagli alpinisti che intendono procedere con velocità su un terreno non troppo difficoltoso. E’ consigliabile usare la conserva se esiste una grossa disparità di esperienza fra i membri del gruppo. Il più esperto aprirà la fila, stando ben attento a prevenire ogni mossa dei compagni. Spesso questo è un compito snervante e pieno di responsabilità ; poiché alla prima distrazione tutto il gruppo, essendo legato in cordata, può essere trascinato giù.
La regola fondamentale è quella di tenere la corda che lega i membri del gruppo molto tesa, in modo da percepire i movimenti del socio che vi succede e riuscire a ristabilire una posizione di equilibrio in caso di sbandata.
E’ infatti molto più alta la probabilità di morte in un punto esposto quando la scivolata non è prevista ed un membro della cordata è gia scivolato per diversi metri. Sarà difficile in questo caso arrestare lo sfortunato su un terreno ripido.
La giusta tecnica della progressione in conserva vuole che il capo cordata, il più esperto, tenendo la corda tesa fra i partecipanti, riesca a percepire l’andamento ed i movimenti di ognuno di loro ed agire in caso di perdita di equilibrio, per prevenire uno scivolamento.
- La conserva protetta: E’ quella usata in canali più ripidi o tratti molto esposti, dove il rischio di caduta è mortale. Il limite fra la conserva protetta e la progressione in cordata con recupero del compagno è molto vicino e dipende un po dall’esperienza degli alpinisti e dal tempo a disposizione.
Per la conserva protetta vale la stessa prassi della conserva non protetta, con la differenza che tra un membro e l’atro della cordata, verranno “piazzate” (in gergo) delle protezioni che andranno ad arrestare un eventuale caduta. Sarà il capocordata a mettere le protezioni (chiodi, friend, nut, cordoni etc.); mentre i membri successivi dovranno solamente bypassare la protezione dalla corda che li precede a quella che li segue, per proteggere il compagno successivo. Sarà solo chi chiude la cordata a dover recuperare tutte le protezioni.
NOTA: Questa materia è tanto ampia quanto importante da richiedere un articolo a parte. Quindi se sei interessata/o a proseguire il discorso, segui il nostro blog e scopri tutte le tecniche sul mondo dell’alpinismo invernale.